Torna ID-Exe il primo distretto diffuso del design

Con la Milano Design Week 2023, dal 18 al 23 aprile in decine di luoghi della città

Giovani designer e realtà emergenti, prossimi protagonisti di un settore cardine per la creatività italiana, sono chiamati a declinare attraverso i loro progetti gli scenari futuribili del Made in Italy, dell’economia circolare e della manifattura sostenibile, del nuovo artigianato che si intreccia con l’innovazione tecnologica, della diversità intesa come valore e del design degli spazi urbani, pubblici e privati.

Tra le iniziative previste dal progetto, organizzato dalla startup milanese Design Open Spaces, spiccano tre esposizioni: la mostra digitale diffusa in realtà aumentata, che dà accesso attraverso 30 QRcode sparsi per il tessuto urbano a progetti che vanno a sovrapporsi all’ambiente circostante, con la possibilità di essere salvati, condivisi e riposizionati anche altrove, e di generare così nuovi livelli espositivi; la mostra presso Isola SET in Piazza Città di Lombardia incentrata sull’intelligenza artificiale come nuovo interlocutore capace di riscrivere attraverso il design l’interazione tra uomo, oggetti e natura; la mostra che indaga il rapporto tra tecnologie futuristiche e tradizione nel settore del fashion, all’interno di Bobino Milano, che si affaccia sul Piazzale Stazione Genova.

“Dato che viviamo un’epoca capace di sgretolare in pochi mesi certezze sedimentate nel corso di secoli – affermano gli organizzatori Emilio Lonardo e Diego Longoni – la realtà che ci appare di fronte agli occhi mette in crisi la nostra percezione di cosa essa sia. Lo spazio si sgrana, muta la percezione del tempo e le cose possono essere ovunque e in alcun luogo. Da qui la scelta di interrogarci e interrogare le decine di realtà aderenti al progetto sul tema “Design After”, dando la possibilità a chiunque di vivere esperienze e rappresentazioni della nuova realtà estesa. Il titolo del tema a cappello dell’iniziativa è stato usato infatti come matrice di declinazione di tutte le iniziative in palinsesto”.

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“Design After Boundaries”, la realtà aumentata che abbatte le barriere di spazio e tempo

I progetti elaborati da designer e aziende vanno a sovrapporsi all’ambiente circostante e possono essere visualizzati in realtà aumentata su smartphone attraverso i filtri di Instagram o Facebook, salvati e riposizionati altrove per abbattere le barriere rappresentate da spazio e tempo e generare così un numero potenzialmente infinito di nuovi livelli espositivi in una mostra diffusa senza confini. 30 QRcode attivatori, definiti Pixel, sono distribuiti in punti strategici della città e a ciascuno di essi corrisponde un’opera. Il progetto si sviluppa sul confine tra mondo fisico e digitale, in una dimensione ibrida chiamata “phygital” che costituisce un terreno di ricerca sperimentale per progettisti e aziende partecipanti, tra cui Provasi, Giulio Iacchetti & Genesio Pistidda, MARBLE, Guglielmo Gasloli e Cemento Line.

“Design After Generation”, il ruolo dell’AI in mostra

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L’intelligenza artificiale, comunemente abbreviata in “AI” sta riscrivendo il mondo della creatività, offrendo a designer, artisti e autori nuovi mezzi per facilitare e amplificare il proprio modo di lavorare. La mostra, organizzata da D.O.S. Design Open Spaces in collaborazione con Simplex e con il coinvolgimento della Amsterdam University of Applied Sciences, propone uno sguardo acritico su quale possa essere il ruolo di questo nuovo attore all’interno del dialogo tra natura, essere umano e oggetti, attraverso un percorso espositivo e una serie di talk che raccontino le potenzialità di questa nuova relazione. L’esposizione, ospitata all’interno di Isola SET e intitolata “Design After Generation”, è articolata in tre sezioni, ciascuna delle quali si concentra sulla connessione tra intelligenza artificiale e diversi aspetti della vita umana: “AI e Uomo“, che analizza il differente modo di comunicare tra uomo e AI, in cui il linguaggio è sostituito dal prompt, stimolando la riflessione sulle implicazioni della comunicazione con la tecnologia e sull’importanza di mantenere sempre una visione umana nel rapporto tra uomo e macchina; “AI e Natura“, che presenta immagini di paesaggi naturali generate a partire da testi poetici, con la sfida di creare immagini che rappresentino la bellezza e la complessità della natura stessa; “AI e Oggetto“, incentrata sull’utilizzo dell’intelligenza artificiale per ripensare celebri icone del design in base a nuovi parametri quali la sostenibilità, l’evoluzione tecnologica e l’ergonomia. Le opere che sono state rielaborate dall’AI e le cui immagini, includendo tutti i passaggi progettuali, vengono proposte in mostra, sono: le lampade Arco e Taccia di Pier Giacomo Castiglioni, le sedute Up di Gaetano Pesce, i portaoggetti componibili di Anna Castelli Ferrieri e la poltrona LC2 di Le Corbusier.

“Design After Fashion” Le prospettive del futuro della moda.
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 Negli spazi della mostra, ospitata da Bobino Milano e intitolata “Design After Fashion”, le creazioni dei designers, simbolicamente sospese fra presente e futuro, invitano a esplorare e ad interrogarsi su come orientare la pratica progettuale della moda verso un obiettivo di sostenibilità condiviso: dalla realtà aumentata allo slow fashion, dalle tecniche di manipolazione digitale al recupero della tradizione sartoriale. La curatela del progetto è a cura di DOS Design Open Spaces in collaborazione con Guya Manzoni, co-fondatrice di Sfashion-net, piattaforma di supporto e networking dedicata alle microimprese della moda, e di W(e)ave Magazine, la prima rivista indipendente italiana dedicata alla slow culture.

 

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