Obiettivo: un fatturato tra i 500 milioni e il miliardo di euro in 5 anni, Postalmarket si rifà il look puntando al digitale per surclassare il competitor Amazon e riacquistare un mercato di cui negli anni 60 è stato pioniero. On line a Natale e per i veri appassionati, in versione cartacea in abbonamento, il celebre catalogo di vendita per corrispondenza torna grazie allo spirito imprenditoriale di Stefano Bertolussi, imprenditore friuliano della pubblicità. Nato da un’idea dell’imprenditrice milanese Anna Bonomi Bolchini, ed entrato nelle case di tutti gli italiani dagli anni 60 e fino ai primi anni 2000, quando ha chiuso i battenti dopo anni contrassegnati da controversie amministrative e giudiziarie, Postalmarket ha segnato una tappa importante nella società dei consumi del boom economico italiano e degli usi di genere legati agli acquisti. Il concept però resta: Postalmarket torna per ricostruire il canale di vendita , questa volta online, forte dei contatti degli appassionati che sicuramente apprezzeranno questa impresa imprenditoriale legata al rilancio del mitico catalogo che ha avuto tra i testimonial anche Milva, Rosanna Fratello, Monica Guerritore, Ornella Muti, Laura Antonelli.

Bortolussi, che, si era interessato all’impresa già intorno al 2004 occupandosi dell’aspetto marketing, quando il marchio fu rilevato da Riccardo di Tommaso. Ma all’epoca, si trattava già di una azienda in fase di declino, ben diversa dal colosso fondato nel 1959, ispirato dal modello statunitense di vendita per catalogo. Nel 2004 il progetto non era andato a buon segno, arrivando dopo vari passaggi di mano al fallimento nel 2015 della Postalmarket Spa.
Rilevato il marchio e i numerosi domini (.it e .com), Bortolussi si è unito a Francesco D’Avella, titolare della piattaforma di e-commerce Store Eden, ai vertici in Italia nel suo settore. Insieme hanno costituito la Postalmarket Srl gia presente sui social, e contano in breve tempo di trovare un investitore di start-up. «Abbiamo un sogno ambizioso – spiega Bortolussi all’Ansa – proviamo a realizzarlo: vogliamo diventare l’Amazon italiano. C’è molto lavoro da fare». E anche se «il nostro modello di business è differente» dal precedente, si punta all’effetto amarcord: « Sono milioni le persone che si ricordano di Postalmarket e dunque che sono nostri potenziali clienti”, spiega l’imprenditore.