Ospedali Dipinti per vincere le paure dei piccoli con le ambientazioni dell’artista Silvio Irilli

Questo dopo il Covid 19 è il primo ospedale italiano che abbiamo ridipinto con i personaggi amati dai bambini, creando un ambiente più confortevole”. Come riportato da Ansa.it, il 20 luglio Silvio Irilli artista e fondatore di ‘Ospedali Dipinti‘ ha colorato con i suoi murales anche alcuni reparti pediatrici del Policlinico di Messina “Tutto quello che è stato realizzato – prosegue Irilli – è stato fatto in collaborazione di “Abc bimbi in corsia” grazie ad una campagna di raccolta fondi. Il nostro obiettivo è quello di stare vicino ai bambini e continuare a farli sognare anche in ospedale. Da adesso per i bambini sarà diverso l’approccio: nel nosocomio potranno avvicinarsi ai dipinti e distrarsi. Non vogliamo portare solo bellezza ma interazione con l’ambiente facendo stare bene i bimbi “.

In queste parole è già spiegato il motivo della passione che muove Irilli nel portare colore nei reparti infantili per aiutare i piccoli a vincere le paure legate all’ospedalizzazione .  E i risultati sono stati incredibili. “I bambini si trovano in un ambiente a loro misura e quando tornano a casa dicono ai genitori che non vedono l’ora di tornare nel sottomarino del Gemelli”. Questo è diventato un supporto anche per i medici. “I dottori mi hanno spiegato di esser risusciti ad acquisire la fiducia dei pazienti, in alcuni casi non è stato necessario addormentare i bimbi per effettuare la radioterapia, andando oltre ogni aspettativa”. Tutte le opere sono realizzate con le donazioni  che collaborano al progetto Ospedali Dipinti che mette a disposizione anche un e-shop per donare e contribuire a realizzare il sogno di non spezzare il gioco dei bambini anche quando sono dentro a questi reparti per terapie molto delicate.

 Nel 2012 è nato il progetto ‘Ospedali dipinti’, che ha permesso di trasformare in un bosco incantato il corridoio dell’Ospedale Regina Margherita di Torino o ambientare in un acquario il pronto Soccorso di Novara, ancora, portare Villa Adriana dentro la sala bunker di radioterapia del Gemelli. I temi da rappresentare nelle creazioni nascono da un colloquio realizzato con dottori e associazioni che prendono in carico il progetto. Le immagini vengono dipinte in studio e stampate su carta da parati o pellicola adesiva lavabile e certificata per l’uso ospedaliero. “Questo – spiega all’Ansa – consente una grande velocità nel trasformare i reparti, cosa impossibile se fosse tutto dipinto in loco, perché il reparto diventerebbe un cantiere per settimane. Invece nel giro di un weekend riusciamo magicamente a rivoluzionare un ambiente. Poi i dipinti vengono rifiniti a mano”. A rendere possibile tutto questo è l’aiuto di onlus, fondazioni e privati che vogliono donare reparti dipinti a strutture ospedaliere. In questo modo, sottolinea, “le strutture pubbliche non debbono spendere soldi per la decorazione dei reparti”. “Il mio obiettivo – conclude – è aiutare più bambini possibili a vincere le paure e farli continuare a sognare anche in ospedale. Magari, in futuro, rendendo le mie opere anche interattive”.

Dal Fazzi di Lecce e il Monaldi di Napoli all’Istituto Nazionale Tumori di Milano, 15 ospedali diversi, per un totale di 3000 metri quadri sono stati dipinti in 9 anni da nord a sud Italia.

  

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