Ad Ancona nasce il primo corso di perfezionamento professionale
Da un’indagine dell’Osservatorio News-Italia dell’Istituto per la formazione al giornalismo di Urbino risulta che l’81% degli italiani è convinto di poter riconoscere le notizie false. Negli ultimi 10-15 anni, internet e i social media hanno radicalmente modificato il modo in cui le persone cercano informazioni sulla propria salute e sulla salute dei propri cari. Fino a un paio di decenni fa il proprio medico era l’unica fonte di notizie, scelte e indicazioni sulla salute. Oggi Google, Facebook, Twitter, Instagram e addirittura TikTok sono spesso i primi luoghi dove la maggior parte delle persone cerca di orientarsi su diversi problemi sanitari.

I social network, se usati in maniera inconsapevole e non professionale, possono contribuire al proliferare delle fake news tipiche dell’informazione mordi e fuggi: con il crescere dell’interesse degli utenti, è cresciuta anche la quantità di contenuti in circolazione.
La pandemia ha accentuato la polarizzazione delle informazioni e la conseguenza è stata la perdita di fiducia nei confronti dei media che vengono vissuti come fonti poco affidabili. L’infodemia è la parola che ci ha accompagnato negli ultimi tempi e sta a significare la “sovrabbondanza di informazioni” che rende difficile alle persone trovare fonti affidabili e indicazioni attendibili. A Febbraio del 2020, l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha ritenuto opportuno iniziare a considerare la gestione di queste informazioni come parte della strategia per migliorare la salute della popolazione.
Per contrastare questo fenomeno e offrire gli strumenti per applicare una comunicazione quanto più funzionale possibile alla sfera della salute, è stato istituito il primo “Corso di perfezionamento in Comunicare il cancro, la medicina e la salute” in partenza all’Università Politecnica di Ancona.

La Cav. Prof.ssa Rossana Berardi, Prof. Ordinario Oncologia Medica Università Politecnica delle Marche, Direttore Clinica Oncologica, A.O.U. Ospedali Riuniti di Ancona, ci spiega in cosa consiste il 1° Corso di perfezionamento universitario in “COMUNICARE IL CANCRO, LA MEDICINA E LA SALUTE”.
Professoressa, la comunicazione ha un ruolo incisivo nella relazione medico paziente e nel percorso di cura tanto da essere equiparata ad uno strumento clinico. Ci spieghi meglio.
RB – Comunicare è parte integrante della cura. I pazienti ci riferiscono che per il 75% l’efficacia della cura dipende dalla relazione che si viene a creare con il medico. La comunicazione non si esaurisce, quindi, in un solo incontro, ma diventa un vero e proprio percorso continuo, che favorisca anche un rapporto confidenziale tra medico e paziente. Il medico deve saper infondere fiducia al paziente per affrontare in maniera più serena ed efficace la malattia.
Autorevolezza e fiducia sono due aspetti imprescindibili della credibilità della comunicazione clinica e mediatica. Quanto è importante il contributo che darà ai professionisti il primo corso di perfezionamento in comunicare la salute in partenza alla Politecnica di Ancona?
RB– Il corso di perfezionamento “Comunicare il cancro, la medicina e la salute” promosso dall’Università Politecnica delle Marche è rivolto sia ai medici che più in generale a tutti gli operatori sanitari, ma anche a chi comunica la salute come i giornalisti scientifici. L’obiettivo è quello di formare e trasmettere le “regole” fondamentali per comunicare non solo il cancro, che rappresenta il paradigma delle malattie anche per il suo grande impatto emotivo, ma più in generale la medicina e la salute.

Il corso è promosso dalla Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università Politecnica delle Marche, in collaborazione con WHIN (Web Health Information Network, Associazione di Informazione Medico-sanitaria sul Web). Tra i principali insegnamenti sono inclusi: l’Oncologia Clinica, l’Igiene Generale ed Applicata, la Neurologia, la Medicina Narrativa, l’Organizzazione aziendale in ambito sanitario, la Storia della Comunicazione in Medicina, la Medicina Legale, la comunicazione efficace attraverso i media e i social. Il programma è ampio e completo, per consentire a tutti coloro che a vario titolo sono interessati ad approfondire il tema della comunicazione in ambito sanitario di acquisire competenze specifiche.
Lei è vicepresidente di Women For Oncology Italy l’associazione nazionale impegnata su vari fronti per supportare le donne oncologhe nel loro lavoro e nel rapporto con i pazienti. Come è nata questa realtà e quali sono i prossimi obiettivi per ridurre il divario di genere nella professione e nella terapia ?

RB – Women for Oncology Italy è il network a sostegno delle professioniste dell’oncologia italiana istituito circa 6 anni fa come spin-off della Società Europea di Oncologia Medica (ESMO). La mission è quella di fornire, attraverso percorsi mirati di coaching, gli strumenti utili ad affrontare e superare le questioni professionali legate al genere e, in prospettiva, formare una futura classe dirigente al femminile sempre più preparata e, inevitabilmente, sempre più numerosa.